Si vide bambina, a cavalcar le onde pur avendone paura. Si vide piccola, ma non indifesa. Perché a dover stare in guardia aveva imparato tanto tempo prima. La vita è cosi! Un giorno giochi con le bambole e quello dopo scappi dai lupi. E si vide fanciulla, i lupi li aveva presi a calci in culo ma, nel tentativo di acchiapparla, le loro luride zampe avevano lasciato segni e cicatrici. Ma ormai,non se ne curava più. Adesso camminava armata di “chi va là” e di “non mi fido più di nessuno”, cosi nessuno poteva più farle male. E si vide donna, distratta, assente, piena di paure. Ma cercò sempre di non darlo a vedere. Superò anche le notti senza fine… Quelle in cui dovresti perderti tra le lenzuola immaginando stelle cadenti e albe romantiche, ma dove non riesce a vedere altro che buio e ghetti. E si vide mamma, e smise di aver paura. Ma smise di averne per se, adesso, aveva altro da difendere. E si vide a cavalcar le onde…ne era passato di tempo! Ma lei, in qualche modo, rimase bambina. Ed i lupi, sebbene fossero stati sconfitti, continuarono a far parte della sua vita. ©Monica Cannatella

Agosto 3rd, 2016

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La grandezza di un amore non si misura né con le parole né con i tanti “io ci sono”…non lo valuto in base a promesse che il più delle volte sono vane. La grandezza di un amore si vede nella costante presenza, anche se silenziosa. Nella condivisione di piccoli e grandi vittorie, nei gesti semplici che sanno di vita.©Monica Cannatella

Agosto 3rd, 2016

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Bisognerebbe sempre avere la decenza di guardare oltre. Oltre le apparenze, oltre le cose, oltre le persone. C’è tutto un mondo oltre… Un passo un po’ più in là. ©Monica Cannatella

Agosto 3rd, 2016

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E se ascoltassimo un po’ di musica? Cosi, tanto per cercare d fare il punto e capire quando abbiamo smesso di litigare per poi poter fare la pace. Per perderci con e tra le note che risuonano alte nel silenzio e provare a sciogliere quel nodo d’orgoglio fermo nella gola che ci impedisce di parlare. E se ascoltassimo un po’ di musica? E se ci ascoltassimo?©Monica Cannatella

Agosto 3rd, 2016

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-Il bambino senza nome- Il primo giorno che ho visto la luce, non è stato felice per me. Ecco cosa dirò raccontando la mia vita ai miei figli un giorno. Perché un giorno vorrei averne almeno due o tre, per mostrare alla vita e, a chi la vita ha cercato di togliermela, che io, ce l’ho fatta contro ogni aspettativa. A dispetto di tutto e di tutti. Non posso ricordare ma, qualcuno mi ha raccontato che piangevo e tremavo, probabilmente avevo fame e freddo. Che una vecchietta mi ha ritrovato per caso, in un bidone della spazzatura. I bambini dovrebbero stare al sicuro tra le braccia della loro mamma…non in un cassonetto tra i rifiuti. Perché vedi, se mi metti tra i rifiuti, è cosi che mi sentirò da grande…un rifiuto! O almeno è cosi che vorresti farmi sentire tu, donna sventurata. Sono fortunato io, si, hai sentito bene! Sono fortunato perché in pochi ce la fanno, non tutti hanno avuto il mio stesso coraggio. Qualcuno si è lasciato andare e, cullato dal freddo, ha lasciato questo mondo infame. Ma io no, io ho deciso di rimanere, di avere un nome, una famiglia. Qualcuno, non so nemmeno chi, me ne ha dato uno bellissimo. Mi chiamo Attilio….e se ho un nome, allora esisto. E tu, donna, non avrai mai l’onore di sentire questo figlio che non hai voluto, chiamarti mamma.©Monica Cannatella

Agosto 3rd, 2016

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A un passo dalla felicità c’era lui. Con il suo dopobarba che sapeva di zucchero filato, le sue idee nobili e folli. C’erano le sue canzoni inventate per me, i suoi occhi fieri pieni delle mie risate. A un passo dalla felicità c’era lui…ed io, quel passo, non ho avuto il coraggio di farlo. ©Monica Cannatella

Agosto 3rd, 2016

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…Ma tu devi aiutarmi! Se vuoi che non mi innamori perdutamente di te, devi renderti detestabile oltre ogni limite. Non puoi chiedermi di non amarti, se poi, quando io ho bisogno di raccontare i miei sogni, tu corri ad ascoltarmi. Non puoi farmi ridere fino a perdere la cognizione del tempo che passiamo insieme, e poi, dirmi che non sei un uomo da amare. Perché sono proprio quelli come te che fanno perdere la ragione ad una donna. E la mia, l’ho persa da quando ti ho incontrato.©Monica Cannatella

Agosto 3rd, 2016

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C’è che mi sento come una nave senza il suo capitano, in balia delle onde e del vento. C’è che il mio faro è spento come me, forse di più! Da tanto, troppo tempo. Nessuna luce ad illuminarmi la via. C’è che sono stanca di brancolare nel buio, di dover trovare da sola tutte le strade. E poi, poi so che devo farcela comunque. E ce la faccio ,sempre! Ogni maledetta volta. Ma almeno lasciatemi dire che piacerebbe davvero tanto che un giorno, quel faro, si accendesse. Una sola volta, mi andrebbe bene anche una luce tenue, un barlume. Ma il buio no.© Monica Cannatella (foto di Massimo Cavezzali)

Agosto 3rd, 2016

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Di ciò che è stato ne ho breve memoria. Per il mio quieto vivere, mi avvolgo nell’indifferenza più totale! Lascerò fuori i rumori del mondo e terrò con me il mio assordante silenzio.© Monica Cannatella

Agosto 3rd, 2016

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-Buongiorno. -Buongiorno,desidera? -Avete della felicità? -Si, terzo scaffale, in alto a destra. -E quanto costa? -Quanto lei deciderà di pagarla. -Prese la banconota più alta che aveva nel portafogli e pagò. Da allora, la felicità costa cara. Ma è solo nostra la colpa! Siamo noi che le diamo un prezzo. A volte, pagandola molto di più di quanto effettivamente valga. ©Monica Cannatella

Maggio 9th, 2016

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Le manie di protagonismo le lascio agli altri. Io sono quella che si nasconde in un angolino e spera che chiudendo gli occhi, le sia fatto il dono dell’invisibilità. Affinché nessuno si accorga di lei. Ho il mio angolo di mondo io e, a dirla tutta, ci sto benissimo anche da sola. Se avessi voluto fare la prima donna, mi sarei iscritta all’accademia e mi sarei fatta tutti i corsi di recitazione, compreso il proprietario se fosse stato necessario. Ma quella, non sono io! ©Monica Cannatella

Maggio 9th, 2016

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Tengo sempre i piedi ben piantati per terra. Camminare su un ponte di bugie ed illusioni, per altro traballante, è molto pericoloso. Se dovesse cedere, l’unica a farne le spese sarei io. © Monica Cannatella

Maggio 9th, 2016

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Si erano amati in ogni modo possibile. Nella distanza, nelle parole, nei gesti. Nel continuo perdersi e ritrovarsi, nella solitudine, e nelle notti senza luna. Si erano amati come se mai nessuno potesse saper amare cosi. ©Monica Cannatella

Maggio 9th, 2016

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Tutti hanno paura del mondo che c’è fuori. Io, ne ho molta di più del mondo che ho dentro. ©Monica Cannatella

Maggio 9th, 2016

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La notte è fatta perché gli innamorati destinati a non trovarsi mai, si incontrino nei sogni. ©Monica Cannatella

Maggio 9th, 2016

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Non ricordo più il mio nome. Troppe volte la gente mi ha chiamata “credevo”,”speravo”,”pensavo”. Invece il tuo lo ricordo bene. Ti chiamavo “fiducia”…ma un giorno ti ho perso. Da allora, non sono più la stessa. ©Monica Cannatella

Maggio 9th, 2016

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Quando incontri un paio di occhi pieni di dolore, il minimo che tu possa faree di salvare chi sta per , è tuffartici dentro e cercare di salvare chi sta per annegarci. ©Monica Cannatella

Maggio 9th, 2016

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Vedo come tu vedi, amo come tu ami. Spero come tu speri, vivo come tu vivi. Il mio cuore è rosso come il tuo e, tutti e due, respiriamo la stessa aria. Perché dici che sono diverso? Non sono forse i colori a rendere meraviglioso questo mondo? Dio ce ne ha fatto dono sulla pelle, questo non ci rende diversi, questo ci rende unici!© Monica Cannatella

Maggio 9th, 2016

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Tu con lo sguardo perso chissà dove, prigioniero di una realtà che non ti vuole. Con sogni e desideri uguali ai nostri, rinchiusi in dei pensieri non esposti. Figlio di un futuro che non sa, l’amaro senso della libertà. L’ignoranza urla e non capisce, il male che ti fa e come ti ferisce. Ma il tuo amore in fondo è uguale al nostro, e non importa se ha lo stesso sesso. ©Monica

Maggio 9th, 2016

Dovreste imparare ad amarle sempre queste donne. Quando tengono il broncio e vi dicono che non c’è nulla che non va. Quando piangono e danno la colpa alla cipolla che hanno tra le mani. Quando diventano pensierose ascoltando una canzone. Quando sono struccate, quando danno di testa, quando dopo aver messo al mondo un figlio, si sentono le più brutte del pianeta. Amatele quando sorridono, quando si sentono incomprese, quando urlano, quando cantano. Amatele quando non hanno niente di meglio da fare che rompere. Forse è cosi che vi daranno il meglio di loro, quando avrete incominciato ad amare il peggio e, nonostante tutto, continuerete a pensare che lei, sia la cosa più bella che vi sia mai capitata. ©Monica Cannatella

Maggio 9th, 2016

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